martedì 23 febbraio 2010

Sanremo, vince Valerio Scanu Finale tra caos e contestazioni

Sanremo - Valerio Scanu, con "Per tutte le volte che", è il vincitore del 60.mo Festival di Sanremo. Il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici con il brano "Italia amore mio" è arrivato secondo, Marco Mengoni con "Credimi ancora" terzo. Vincitore il giovane cantante maddalenino in una finale rovente, con orchestrali e pubblico che hanno contestato la terna arrivata in finale. Valerio Scanu succede a Marco Carta, altro pupillo di Maria De Filippi. A completare il trionfo del talent il terzo posto di Marco Mengoni, vincitore di X Factor. E da X Factor viene anche Tony Maiello, che si è aggiudicato il girone dei giovani. Il risultato che ha fatto più rumore è il secondo posto di Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici, ormai diventati un caso. Il televoto continua a premiare la popolarità e personaggi che conosce.

Orchestra e pubblico contestano i finalisti Marco Mengoni, il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici e Valerio Scanu sono i tre Big che si sono contesi la vittoria finale del festival di Sanremo. Scelta che è stata platealmente contestata da orchestra, pubblico e anche la sala stampa di Sanremo al grido di "vergogna , vergogna" per l'annuncio degli eliminati.Spaccatura netta, insomma, per una serata tumultuosa, mai vista prima all'Ariston.

Lancio di spartiti Gli orchestrali in segno di protesta hanno accartocciato e lanciato gli spartiti. "Venduti, venduti", hanno gridato tutti gli inviati a Sanremo mentre il pubblico fischiava in sala. La protesta per l'esclusione di Malika Ayane. Il direttore Marco Sabiu ha chiesto in diretta di rendere pubblico il voto dell'orchestra, mentre i musicisti hanno trasformato in palle di carta gli spartiti.

Premio della critica Malika Ayane ha vinto il premio della Critica intitolato a Mia Martini sezione Artisti del festival di Sanremo con la canzone 'Ricomincio da qui'. Malika Ayane ha vinto anche il premio della Sala Stampa RadioTv. "Sono molto felice, può sembrare retorico e diplomatico. Non ho mai nascosto che secondo me vincere Sanremo è un obiettivo riduttivo. Io sono venuta qui due volte ed è sempre stato per portare un brano in cui credevo molto e fare da apripista a progetti in cui credo molto": così Malika Ayane commenta il premio della critica intitolato a Mia Martini. "La vittoria - ha aggiunto - la dedico al lavoro fatto da me e dal mio staff". "Mi rende mostruosamente orgogliosa il fatto che l'orchestra mi abbia apprezzato tanto: essere apprezzata come musicista da musicisti è una cosa che mi inorgoglisce molto", ha aggiunto, commentando la rivolta degli orchestrali che, in segno di protesta contro la sua esclusione, hanno stracciato e lanciato sul palco gli spartiti. "Non esiste una musica elitaria, sennò i bookmakers hanno alimentato la mia autostima a livelli mostruosi. Credo che Sanremo sia un mondo talmente anomalo che non esiste una spiegazione scientifica per spiegare quello che succede".

Costanzo, gli operai di Termini e Bersani "Anch'io preferivo Arisa e Cristicchi". Maurizio Costanzo ha commentato così le polemiche scoppiate in teatro per l'esito del voto delle giurie. Al suo debutto a Sanremo, Costanzo ha chiesto un applauso in ricordo di Mike Bongiorno. Costanzo ha fatto salire sul palco tre operai della fabbrica di Termini Imerese poi ha fatto intervenire il segretario del Pd Bersani che è stato fischiato dal pubblico e lui approva la presenza degli operai: meglio qui che sui tetti... Parla anche il ministro Scajola ed è invece applaudito: "Tutti i lavoratori soffrono per la crisi. Per lo stabilimento di Termini Imerese va trovata una soluzione compatibile con la competitività".


La Blidge e Obama Rimasta sola dopo il forfait di Tiziano Ferro, Mary J. Blidge è arrivata all'Ariston a cantare "Each tear", quasi un risarcimento musicale dopo la lunga parentesi con i ragazzi e i bambini di 'Ti lascio una canzone'. Antonella Clerici ha raccontato con fair play il forfait di Tiziano Ferro, annunciando che domani è il suo compleanno e coinvolgendo in un corale "happy birthday" la Blidge, che in una breve intervista ha parlato in termini entusiastici del presidente Obama.

La Clerici e Facchinetti Qualche giorno fa lo aveva già citato come suo ideale successore alla guida di Sanremo. E stasera Antonella Clerici sembra voler idealmente passare il testimone a Francesco Facchinetti, il conduttore di X Factor, tra l'altro più volte inquadrato tra il pubblico. "Facchinetti, dì la verità: sei invidioso del fatto che io ho avuto Jennifer Lopez e Mary J. Blidge su questo palco?", lo ha apostrofato la Clerici dal palco dell'Ariston.
Cristicchi, Carla Bruni e la Merini Inevitabile alla fine di "Meno male" la domanda di Antonella Clerici a Simone Cristicchi su Carla Bruni: "Veramente hai chiesto a Carla Bruni di venire a cantare con te?". "Non so se gli italiani ne sarebbero stati felici" ha risposto Cristicchi che ha voluto ricordare Alda Merini.

Pupo, Emanuele, Canonici e i fischi Ormai è un'abitudine: anche nella serata finale il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici è stato accolto dai fischi dell'Ariston. Sul finale di 'Italia amore mio', Pupo è riuscito a bloccare Emanuele Filiberto che stava sbagliando un attacco. Nel colloquio con Antonella Clerici, Pupo ha detto: "Sono 30 anni che vengo a Sanremo e non ho mai visto una contestazione preventiva come questa. E' incomprensibile ma la rispetto".

Il "moonwalk" di Michael Jackson Travis Payne, coreografo e ballerino per 18 anni accanto a Michael Jackson, ha condotto una coreografia a tre dedicata al re del pop. Nonostante la bravura dei tre ballerini e l'inevitabile suggestione di uno stile di ballo che ha fatto epoca, il numero è sembrato quasi perdersi nel palco dell'Ariston. Payne faceva parte della troupe che avrebbe dovuto accompagnare Jackson nel suo ritorno sulle scene, tragicamente interrotto dalla sua morte. Su richiesta della Clerici il coreografo ha proposto il moonwalk, il passo di danza più famoso del divo di Thriller.

Nino D'Angelo: "E' una vergogna" "Solo in un paese dei balocchi come l'Italia può succedere una cosa del genere. Non mi fa nemmeno rabbia, ma proprio schifo". Nino D'Angelo, eliminato giovedì dal Festival, non riesce proprio a digerire la presenza nella terna dei finalisti di Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici con una canzone da lui definita 'na chiavica'. E si sfoga così su Sorrisi.com: "Vinceranno il Festival e dire che l'avevo detto già un mese fa. Sono un mago? No, sono solo uno che fa musica e che pensa che il principe non ci azzecchi niente con la canzone. Vedrete, ci prenderanno per i fondelli in tutto il mondo. Sì, certo Pupo è un amico, ma non sono d'accordo con la sua scelta". "Al Festival - aggiunge - doveva portarsi un cantante. Sennò che faccio io? Porto Maradona? Scommetti che vinco pure io? Il fatto è che anche a Sanremo vince il meccanismo dei reality. Ma vi rendete conto? Un pseudo-principe che vince? Dovremmo scappare via da questo paese. Lui l'esilio l'ha già fatto, ma se ci fosse un tribunale della musica ce lo rispedirebbe subito". D'Angelo che aveva annunciato che avrebbe smesso di cantare se il trio avesse vinto a Sanremo ora ammette: "Mò sono inguaiato, mi toccherà andare in piazza Plebiscito per organizzare una riunione".

fonte: www.ilgiornale.it

lunedì 22 febbraio 2010

Sanremo, il festival dello scontento: nell'Ariston in rivolta vince Valerio Scanu

L’ordine esatto di arrivo è Valerio Scanu, il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici, Marco Mengoni. Sì, avete capito bene: l'avverarsi dell’ipotesi più temuta e, inoltre, un’ingiustizia in seno a un’ingiustizia. Già l'annuncio della terna finale aveva fatto rivoltare la platea: l’orchestra ha buttato via gli spartiti, la sala stampa è crollata. Man mano che la Clerici escludeva i concorrenti migliori, il pubblico dell’Ariston si agitava, urlava “vergogna” e “venduti”, la sala gremita di giornalisti si prodigava in fischi, gli orchestrali si sdegnavano e chiedevano di rendere noto il loro voto. Non riuscivano a credere possibile che il loro gusto fosse esattamente l'opposto di quello espresso dal televoto. Nell’atmosfera di contestazione generale gli operai di Termini Imerese, intervistati da Maurizio Costanzo, si inserivano come un altro tassello di un paese in crisi. Poi l’altra beffa: all’interno della finalissima Marco Mengoni è arrivato ultimo, lui, l’unico lì in mezzo ad avere la stoffa, presenza scenica (ancora da governare), una voce che ha toccato anche Mina. Sembra impossibile che la volontà popolare (che la Clerici tanto invoca e rispetta) si esprima in questa direzione. Morgan avrebbe dissentito: «Quando fu chiesto al popolo di salvare uno dalla croce, fu scelto Barabba».

L’invasione del pianeta sanremese da parte degli ultracorpi usciti dai talent show iniziò lo scorso anno con Marco Carta. Era l’avvisaglia che la futura proposta discografica sarebbe stata intercettata nei programmi televisivi e non nei club, dove in genere chi fa davvero questo mestiere sta e, purtroppo, resta. Per quanto riguarda il Principe, ce lo aveva assicurato subito dopo l’esclusione, che sarebbe rientrato e si sarebbe posizionato tra i primi sei. E non perché avesse qualità divinatorie. Emanuele Filiberto ha presto capito i meccanismi televisivi, ha imparato che la gente vota il personaggio e non la canzone, la quale, oggettivamente, è la peggiore di questo e altri festival, la più ruffiana, insincera, musicalmente insufficiente.

Dopo il festival è il trio stesso ad ammettere: «E’ stato un gioco, noi facciamo un altro mestiere, non abbiamo un disco pronto, né canteremo più». Giorgio Gaber cantava: “E’ anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono”.

E’ il Sanremo del nostro scontento, quello che pur avendo una possibilità di riscattarsi artisticamente, premiando ciò che aveva di buono, inciampa su se stesso, si riduce a una pagliacciata, fa crescere in chi ha un minimo di sensibilità artistica una forte indignazione. Slittano fuori dal podio brani meritevoli tipo Per tutta la vita di Noemi, La cometa di Halley di Irene Grandi, da subito considerata una delle migliori, Meno male di Simone Cristicchi, Malamorenò di Arisa (da ringraziare per la scelta deliziosa delle sorelle Marinetti). Malika Ayane ha almeno vinto il Premio della critica Mia Martini, distaccando chiunque altro. Ha classe e qui ci è arrivata per suo merito (appoggiata da Sugar di Caterina Caselli e col valore aggiunto di Pacifico al testo) presentando uno di quei progetti destinati a funzionare a lungo termine. La sua canzone Ricomincio da qui è suggestiva, prevertiana, si insinua pian piano fino a convincere e coinvolgere, è un po’ la sua rivincita per lo scorso anno, quando la bella Come foglie fu sottovalutata e dovette trovare da sola il vento giusto. Alla notizia del premio si è detta orgogliosa dell’insurrezione dell’orchestra in difesa del suo brano, ma ha anche confessato che non ha sperato neanche per un attimo di vincere contro il mostro tentacolare del televoto.

Nell’ultima serata Emilio Solfrizzi si è esibito in un numero bollywoodiano tratto dal musical Shava Shava, i bravissimi ballerini di This is it hanno fatto il tributo a Michael Jackson, precisi come orologi, in una danza quasi sincronizzata su coreografie in stile suo (si dichiarano eternamente grati al lavoro di Jacko, lo descrivono maniaco della perfezione, persona amorevole, genio, profeta, fratello, amico del pianeta e ispiratore dell’umanità), a seguire Lorella Cuccarini, coperta solo da una chitarra, ha presentato stralci di Il pianeta proibito. Dopo l’ondata di bambini Iko Iko e di Ti lascio una canzone, Mary J Blige, pur senza Tiziano Ferro, ci ricorda cosa vuol dire avere una gran voce e fare musica seria.

Si chiude all’amatriciana, con le tagliatelle di nonna Pina, un’edizione che ha alzato fiera il tricolore (con Italia, amore mio, il CT della Nazionale Lippi, Miss Italia, le gonne bianco rosse e verdi delle Divas e della Clerici, la celebrazione del sessantesimo), decisamente al femminile, segnata da principesse da sogno (Sissi e Rania di Giordania), principi popolari che battono scugnizzi popolani, e pacifici accordi commerciali.

Ha fatto un certo effetto vedere il teatro Ariston trasformato in una torta nuziale di cui ognuno si prende una fetta: centro, destra, sinistra (che si è accaparrata il dopofestival su Youdem e un posto per Bersani in platea). Undici milioni di italiani fanno gola a tutti. Ecco perché oggi c’è un’unica Raiset, la nuova creatura delle larghe intese, contraria allo scontro frontale della programmazione, rinunciataria per il bene comune. D’altronde, se mal comune mezzo auditel, meglio l’alternanza. Così Oriazi e Curiazi depongono le spade e convivono tranquillamente in sala, da una parte la colonia di amici con Maria De Filippi, Maurizio Costanzo (l’ultima volta che indossava una cravatta è stato al suo matrimonio), Pierdavide Carone, autore del brano di Valerio Scanu (quello che fa l’amore in tutti i laghi), Alessandra Amoroso che ha duettato con lui, il coreografo Daniel Ezralow. Dall’altra il coreografo di X Factor Luca Tommassini, il vincitore del talent Marco Mengoni, la brava Noemi, Mara Maionchi e il suo pupillo già premiato ieri nella categoria Nuova generazione Tony Maiello, Francesco Facchinetti,l’assente Morgan.

Vincitrice su tutti Antonella Clerici, una presenza rassicurante, la moglie e non l’amante, quella che mentre veste l’abito buono e i tacchi alti sottintende che preferirebbe un paio di ballerine e una tuta, disposta a prendersi in giro, a farsi carico sola delle faccende di casa (l’unica vera spalla è stata il maestro d’orchestra Sabiu), a mostrare entusiasmo per tutto e tutti, anche a costo di usare superlativi bugiardi (“elegantissimi” i minatori di Santa Fiora, “meravigliose” le battute di Cassano lette male al gobbo etc…), comunque sempre serena, rispettosa delle canzoni e premurosa con i cantanti in gara.

Certo chiamarla gara è un esercizio di nostalgia. Quello che manca ed è mancato nelle ultime edizioni è proprio l’attesa, la partecipazione del pubblico alla tensione degli artisti, il tifo indotto, cioè non aprioristico bensì frutto di una conquista lenta. La competizione che tiene col fiato sospeso, fidelizza, soddisfa e soprattutto si svolge secondo regole chiare, trasparenti, che diano credibilità al risultato. La filosofia aristoniana ormai si basa sul rimpasto di format di successo (I raccomandati, Ti lascio una canzone, Zelig, fiction varie), sull’invito “in gara” di personaggi - calamite di ascolti a prescindere dal brano che hanno a disposizione (non vogliamo credere che questo sia il meglio della musica italiana), sull’idea che alla gente vada dato ciò che vuole.

Ma la musica non è un’imbeccata, è anche, anzi soprattutto, una proposta, una scoperta, una sfida. La nostra critica della ragion pura consiste nell’interrogarci programmaticamente circa il fondamento del televoto: perché permettere questa scellerata modalità, chi ne decide la validità? E’ una puntata al casinò, più soldi hai da giocare più possibilità hai di vincere. Difficile fare pronostici, bisogna affidarsi alle scommesse dei bookmaker? Alle dinamiche elettive dei reality? Può succedere l’imprevedibile, anche che un escluso come il Trio o Scanu venga ripescato e vinca. Vale la meritocrazia o la democrazia? Spesso viaggiano in direzioni opposte. Per citare Battiato in Povera patria: “Questa democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia. Non cambierà, non cambierà, non cambierà, forse cambierà”.



fonte: www.ilmessaggero.it

Sanremo, Antonella Clerici festeggia il suo Festival e il primo compleanno della figlia Maelle

Per Antonella Clerici il giorno del bilancio trionfale del suo Sanremo ha un sapore tutto particolare: oggi è anche il giorno del primo compleanno della figlia Maelle, avuta dal compagno Eddy Martens. "Proseguo questo giorno felice festeggiando la mia bimba che compie un anno. Per me il Festival ha un significato tutto particolare: lo scorso anno, il giorno della finale del festival di Paolo Bonolis, ho partorito", ha ricordato la conduttrice.

lunedì 1 febbraio 2010

il forfait di Carla Bruni - Colpa del brano di Cristicchi

Col suo fascino, la sua eleganza, la sua aura da premier dame, era annunciata come una delle grandi attrazioni del prossimo Festival di Sanremo. E invece lei, Carla Bruni in Sarkozy, non ci sarà. A causa - a quanto sembra - del testo di una canzone in gara, che alla coppia d'oro dell'Eliseo riserva una buona dose di ironia.

Ad annunciare il forfait dell'ex top model, diventata poi cantante nonché prima signora di Francia, è stato Massimo Giletti. Che dagli schermi di Raiuno, nel corso del segmento di Domenica in da lui condotto, ha rivelato che la Bruni - ingaggiata per esibirsi in un duetto con Gino Paoli, nella serata di giovedì - ha rinunciato last minute.

E all'origine del niet di Carlà, secondo quanto riferito sempre da Giletti, ci sarebbero le perplessità suscitate, in lei e nel presidente consorte, rispetto al testo di Meno Male. Uno dei brani più attesi del Festival, con cui Simone Cristicchi segna il suo ritorno a un testo ironico. In un passaggio del quale si prende in giro proprio la coppia Sarkozy-Bruni.

Sanremo è cominciato oggi dunque. Prima che si alzi il sipario dell'Ariston il Festival della canzone inizia a creare il solito scompiglio mediatico a suon di ritornelli che partono ironici e finiscono per creare polemica. Come la strofa in cui Simone Cristicchi canta spensierato: «Meno male che c'è Carla Bruni / Siamo fatti così sarko-no sarko-si / Che bella Carla Bruni / Se si parla di te il problema non c'è».

La canzone parla dell'Italia, dei suoi problemi, delle sue dinamiche. Ma soprattutto ironizza su tutti quelli che  non vogliono vedere e preferiscono fare zapping, cambiare canale, parlare di gossip. «La gente non ha voglia di pensare cose negative / La gente vuol godersi in pace le vacanze estive / Ci siamo rotti il pacco di sentire che va tutto male / Della valanga di brutte notizie al telegiornale», e via così.

Carla Bruni è il simbolo della bellezza, di più, diventa icona d'estetica. E allora: «Che cosa dice Carla Bruni? / Come si veste Carla Bruni? / Che cosa mangia Carla Bruni? / E' uscito il nuovo disco di Carla Bruni! / Che cosa pensa Carla Bruni? / Come cammina Carla Bruni? / Come si trucca Carla Bruni? / Tutti più felici con Carla Bruni», canticchia l'autore di Ti regalerò una rosa. Ma la first lady francese non ha apprezzato. E dietro il sipario dell'Ariston, giovedì 18 febbraio, non ci sarà.

giovedì 21 gennaio 2010

Nomi e volti dei giovani ammessi sul palco dell’Ariston al festival di Sanremo



L'ultima edizione di "TV Sorrisi e Canzoni" ci rivela alcune novità sul Festival di Sanremo che si terrà dal 16 al 20 febbraio.
Il settimanale ha pubblicato la lista definitiva dei nomi dei giovani che parteciperanno al festival della canzone italiana.
Vi ripropongo qui i nomi ed il titolo dei brani che canteranno sul palco dell'Ariston. La lista completa è presente anche sul sito della Rai.
A fronte dell’arrivo di 988 proposte si è deciso di portare da 6 a 8 gli artisti che, insieme ai 2 vincitori di SanremoLab, Romeus con "Come l'autunno" e Jacopo Ratini con "Su questa panchina", compongono il cast di "Sanremo Nuova Generazione".


  • Mattia De Luca - “Non parlare più”
  • Romeus - “Come l’autunno”
  • Nicolas Bonazzi - “Dirsi che è normale”
  • Luca Marino - “Non mi dai pace”
  • Jessica Brando - “Dove non ci sono ore” (ha soli 15 anni ed è la più giovane del Festival)
  • Nina Zilli - “L’uomo che amava le donne”
  • Jacopo Ratini - “Su questa panchina”
  • Broken Heart College - “Mesi” (si tratta di un duo formato da Nick e Michy)
  • Tony - “Il linguaggio della resa” (è stato uno dei concorrenti della prima edizione di “X Factor”)
  • La Fame di Camilla - “Buio e Luce”



Dieci i partecipanti nella categoria “Sanremo Nuova Generazione”.
I brani musicali dei cantanti esordienti possono essere ascoltati sul sito della Rai collegandosi su www.sanremo.rai.it.

festivaldisanremo2010.blogspot.com

mercoledì 20 gennaio 2010

Superospiti All’Ariston arrivano i Tokio Hotel


Stamane saranno alla sfilata milanese di DSquared 2. Ma venerdì 19 febbraio li ritroveremo al Festival di Sanremo come superospiti. Insomma, tramontata l’ipotesi Dita Von Teese, i Tokio Hotel sono con Sade tra i nomi confermati all’Ariston. «Tv Sorrisi Canzoni» ha anticipato che al giovedì sera potrebbero partecipare anche Claudio Baglioni, Biagio Antonacci, Tiziano Ferro, Elisa e Miguel Bosè. Chissà. Intanto Antonella Clerici ha partecipato a «Un giorno da pecora» su Radiodue annunciando che aveva anche chiesto a Michelle Obama, senza risultati, di presentarsi come ospite al Festival di Sanremo. «Come esordirò la prima sera? Come Pippo Baudo, dicendo “Benvenuti e buonasera”» (anche se Baudo sembra che non voglia andare).

Clerici, volevo Michelle Obama al festival ma ha detto no


''Avrei voluto Michelle Obama come ospite a Sanremo, ma non ce l'ho fatta''. Lo ha rivelato Antonella Clerici nel corso di un'intervista a Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro nel programma 'Un giorno da pecora', in onda su Radio2. La conduttrice del 60° festival ha raccontato i preparativi per la kermesse: ''Sono a dieta ferrea per perdere 4/5 chili, mangio proteine e bustine di preparati vari al gusto di pasta''. Con quali parole aprira' il Festival? ''Sto pensando ad un inizio semplice e facile per rompere il ghiaccio, come mi ha insegnato Pippo Baudo, una cosa del tipo 'Dal teatro Ariston buonasera e benvenuti alla 60esima edizione del festival di Sanremo'.''

fonte: www.adnkronos.com

Anche Baudo dice no: è fuga da Sanremo


Duemiladieci, fuga da Sanremo. Il Festival dei sessant’anni si avvicina a larghi passi, essendo in programma dal 16 al 20 febbraio e sembra ancora tutto da decidere. Con Sanremo è sempre un po’ così: questa volta, però, le defezioni stanno assumendo la forma fastidiosa dello stillicidio. Ad affiancare Antonella Clerici dovevano esserci i personaggi che di Festival ne hanno attraversati tanti, ma qualcuno è andato per età (Mike Bongiorno), qualcuno perché non ha tanta voglia di dividere la scena, di infilarsi nelle grane. E dunque Pippo Baudo, alla guida di 13 edizioni, ha detto no grazie. Forse perché, nella serata finale, avrebbe dovuto affiancare Maurizio Costanzo. Il quale Costanzo, che ci teneva tanto a finire la sua carriera alla Rai, largo ai giovani e al nuovo che avanza, non solo condurrà tutti i giorni il «question time» dalla sala stampa, ma potrebbe persino insidiare Pippobaudo nel regno della domenica. Inoltre, magari c’entra, magari no: Clerici fa parte della squadra di Presta, la stessa di Bonolis. E Bonolis sfilò a Baudo, qualche Sanremo fa, la carica di direttore artistico.

Sarà un Festival difficile, la rassegna non è più il fulcro della tivù, mille reti assediano il fortino. Poi se ne parlerà molto, ma gli ascolti, chissà. E gli investimenti pubblicitari, chissà. Quindi al no pippesco si aggiungono svariate smentite: si diceva che sarebbe arrivato Andrea Bocelli, lanciato proprio da Baudo, ma la sua casa discografica ha fatto sapere che il tenore è impegnato nel tour mondiale. La Clerici non avrà Michelle Obama: «L’avrei voluta come ospite ma non ce l’ho fatta», ha detto alla radio. A volte i no uno se li tira anche dietro: ma dite un po’ voi se c’è da invitare la signora Obama al Festival di Sanremo, su, un po’ di senso della misura. È vero che ci andò Gorbaciov, ma non era più leader dell’Urss. E, più modestamente, non ci sarà neanche Tiziano Ferro..

fonte: www.lastampa.it
post che ti interessano